Tutti gli articoli di ruggeri paolo (rux)

la redazione la storia e le origini di Megalithic.it

Megalithic un sogno che si realizza…

( developed by : Associazione culturale “ci vediamo in provincia!” )

redazione
il poster del primo anno dei predatori della ciociaria perduta la campagnia di sensibilizzazione per il Reg.Bict la mappa interattiva sui bani di interesse culturale e turistico

Il sito www.megalithic.it nasce da un idea che ebbi per raggiungere lo scopo di divulgare l’interesse verso i beni culturali e paesaggistici, verso la storia e le tradizioni del luogo in cui sono cresciuto Frosinone, la ciociaria, il lazio, l’italia, l’europa, etc..

primo logo
primo logo

Con le esperienze passate, compiute con l’ass.culturale, di cui resto fondatore dal 2010, “ci vediamo in provincia”, ci rendevamo conto come fosse difficile raggiungere il piA? alto numero di persone con i mezzi di cui disponevamo, perchA? solo con gli eventi e la stampa raggiungevamo standard di una certa soddisfazione rispetto agli sforzi fatti per organizzazione di eventi.

simbolo associazione nel 2010
simbolo associazione nel 2010

Nel 2010 con l’ass. e l’aiuto di altre ass. come l’ARTE Aiuta onlus

gli amici dell'ass. L'arte Aiuta onlus
gli amici dell’ass. L’arte Aiuta onlus

realizzammo per un anno e mezzo senza mai arrenderci, le serate FRSTUDIOS in cui presentavamo artisti emergenti della zona A�arti figurative e sonore,

le serate fr studios con i premi oggi suono io e fr studios 2010
le serate fr studios con i premi oggi suono io e fr studios 2010

serate che poi andavano in onda su internet tramite la radio streaming di radio ferentino e poi direttamente sui canali spreaker

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il logo fr studios dal 2010 al 2011

oppure indipendentemente con rux’s bluetooth la trasmissione settimanale e poi mensile del gruppo ci vediamo in provincia, le registrazioni e le dirette andarono avanti fino al 2011 quando per un lutto decisi di fermarmi.

il programma radio andato in onda su radio ferentino e poi indipendentemente su spreaker e su fb 2011-14
il programma radio andato in onda su radio ferentino e poi indipendentemente su spreaker e su fb 2011-14

Dopo una pausa di circa 2 anni dai palchi, archiviata la rassegna fr studios, ripartivamo A�piano piano con gli amici Frat (Andrea Fratarcangeli) musta (Francesco Dell’Aversano) enomi (Simone ) A�etc con le dirette ma , avevo deciso di dedicare piA? spazio alla ricerca della storia e delle leggende.

L’archeologia aveva un posto anche nelle dirette di fr studios sin dalle prime serate all’Ex Mattatoio (fr) avevamo avuto l’onore di ospitare, insieme ai tanti giovani accorsi alla manifestazione del giugno 2010, il prof Italo Bidittu per l’angolo dell’archeologia curato con Giancarlo Pavat, nel progetto avevamo avuto la bellissima intuizione di fondere le tradizioni alla storia e all’archeologia, l’arte dei giovani ne avrebbe giovato e cosA� lo spettacolo sarebbe cresciuto di spessore nella ricerca delle proprie origini….

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il prof. Italo Bidittu ospite dell’angolo archeologico delle serate di fr studios 2010

approfondivo sempre di piA? la lotta alla ricerca delle risposte che avevamo sotto gli occhi e pian piano scoprivo un mondo fatto di tutele mancanti e beni mai registrati, disseminati nelle mie vicinanze ma dimentiche.

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Thico il personaggio ideato per la campagna di sensibilizzazione al patrimonio del territorio frusinate, frutto del lavoro in collaborazione tra Paolo Ruggeri ed il fumettista di Stefano Spaziani

Nasce in questo contesto di rinnovata lotta verso la conquista della libertA� della scienza e della storia piA? nascosta dell’uomo e della terra il nostro sito che ormai per raggiungere l’alba del suo terzo anno.

Il nuovo progetto A? la rinnovata veste del social meaning della piattaforma A�a 360 gradi dell’associazione e dei suoi collaboratori, il canale multimediale web di riferimento “Megalithic.it” capace di riassumere oltre alle notizie piA? disparate riguardanti antiche tradizioni, leggende e miti locali, ricerche archeologiche internazionali, anche la base per un lavoro A�condiviso ed aperto al pubblico soprattutto nel campo della sensibilizzazione alla tutela dei beni culturali e paesaggistici.

 

Dalla nascita del nome del sito l’idea A? quella di essere questo un riferimento fatto di informazioni, un idea ben incardinata, un macigno pesante sulla terra, la base di una voce libera di uomini che ricercano le proprie origini e che per farlo osservano l’orizzonte senza limiti, il cielo e le stelle che ci illuminano sulla terra.

Logo - Per la LegalitaA�A� - Ci Vediamo in Provincia

 

…non va tralasciata neanche la societA� in cui viviamo tentando di rappresentare soprattutto i giovani e le loro tradizioni nasce la pagina dedicata alla legalitA� portata avanti da Ilaria Fontana (dal 2013 responsabile pubbliche relazioni, social developer),

convegno imposimato una conferenza sul voto di scambio con ospiti d’eccezione per spiegare ai giovani e ricordare a tutti l’entitA� della malavita nella vita politica e sociale e per ribadire con fermezza la lotta per la legalitA�.

 

 

Per raccontarvi tutto non basterebbe una pagina…..ma di sicuro non sarei riuscito a portare a questo punto i nostri lavori se non grazie a collaboratori e redattori, nel blog, amici e fratelli nella vita, amici che collaborano sia come volontari che come professionisti, la forma di progetto a costi zero, e la sopravvivenza stessa del progetto megalithic.it sta nella capacitA� di tante persone di offrire al mondo in primo luogo documentazione, una sorte di scatola di parole e immagini suoni e sensazioni che raccogliamo dal mondo, tanti cronisti che offrono una visione, un racconto, una storia, un viaggio.

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Megalithic.it offre spazio all’informazione storica e turistica, culturale e archeologica, avvalendosi di scrittori come Massimiliano Mancini, Archeologi, Ilenia Lungo, semplici curiosi e persone che volontariamente ricoprono ruoli dell’associazione per aiutare ad organizzare, per collaborare , affinchA? lo spirito della riconquista della nostra storia piA? tradizionale, venga offerto a piA? persone possibile.

la copertina del fumetto - II edizione
la copertina del fumetto – II edizione

 

Nel 2014 megalithic.it diventa il portale ufficiale dei #PREDATORIDELLACIOCIARIAPERDUTA A�la pagina dedicata su facebook e contestualmente la pagina riferimento web del progetto nelle scuole elementari e medie della provincia di Frosinone #IPICCOLIPREDATORIDELLACIOCIARIAPERDUTA.

Fumetto realizzato durante il progetto "I piccoli predatori della Ciocairia perduta" - I ed. - 2015
Fumetto realizzato durante il progetto “I piccoli predatori della Ciocairia perduta” – I ed. – 2015

Un progetto dello staff del sito e dei volontari dell’associazione #CIVEDIAMOINPROVINCIA, che si rivolge esclusivamente ai piA? piccoli, ragazzi A�dai 10 ai 13 anni, coinvolti, centinaia di bambini nelle classi a vedere film, commentarli, scoprire come si costruisce un fumetto dedicato al mondo dei misteri dell’archeologia, e alle storie dei luoghi, le tradizioni e le leggende locali.

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Oggi dunque il sito raccoglie ancora piA? informazioni, una mappa sempre in aggiornamento, open source, sui luoghi piA? antichi vicini e lontani poco o meno conosciuti, il Registro Georeferenziato dei Beni di Interesse Culturale e Turistico, una mappa che chiede ad ognuno di essere elaborata,

https://www.google.com/maps/d/edit?mid=109KDNGKNESaWstuxplZMQykr56o

Il registro reg.bict aggiornato 2016 al link www.megalthic.it
Il registro reg.bict aggiornato 2016 al link
www.megalthic.it

che offre a tutti un insieme di punti di interesse che devono essere tutelati e valorizzati, raccontati fin dalle leggende sulle loro origini peri quali ognuno puA? suggerire approfondimenti….

 

Il gruppo megalithic.it e formato da persone che restano a disposizione e sono contattabili attraverso questo sito:

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lasciando sempicemente un messaggio a fine articolo

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e – mail : civediamoinprovincia@gmail.com ;

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lasciando un messaggio alla

– pagina facebook: “i predatori della ciociaria perduta”.

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I Membri del gruppo operativo del progetto Megalithic.it-predatori della ciociaria perduta-ass.cult. “civediamo in provincia”)

————————————- Fondatore, direttore, rappresentante:

Paolo Ruggeri.

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————————————————————— Social Developer

-ideatrice Progetto “per la LegalitA�”

-redattrice la societA�:

Ilaria Fontana.

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—————————————— Disegnatore, Fumettista:

Stefano Spaziani.1472763_10202777831595819_1685300565_n-2

 

 

 

 

———————————————— A�redattrice archeologia:

Ilenia Lungo.

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————————————————–scrittore storico editor

Massimiliano A�Mancini

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—————————————————-collaboratori esterni

 

Alessandro Canali (editore)

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Stefano Alunno Mancini (video editing; logistic)

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Gianluca Bufalini (video editing; software development)

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———————————————————-Special Thanks To

-Ilenia Lombardi

– Valentina Campoli

– Edoardo D’Atri

———————————————————————–Supporters

-Centrale Del Latte Del Frusinate

 

 

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progetto i piccoli predatori della ciociaria perduta

piccoli2Il progetto in corso presso la scuola elementare E. Danti di Tecchiena (Alatri-Fr.) nasce dall’idea di raccontare al pubblico alcuni aspetti della tradizione storica e culturale tipiche della provincia di Frosinone.

Più di 400 bambini delle elementari e delle medie, conosceranno fumettisti, scrittori, archeologi, e ricercatori storici della provincia di Frosinone e Latina, un mix di autori che ricercano le storie delle nostre città attraverso i racconti della tradizione orale dei genitori degli alunni dell’Istituto : E. Danti, infine descriveranno la propria terra agli occhi del turista…

a breve verranno indicati i racconti prescelti per concorrere al racconto finale.

Buon lavoro!

I PREDATORI A PARIGI (parte2)

(continua)……..

705Appena svegli, nella capitale francese ci precipitiamo a fare una bella colazione con croissant e succo d’arance, poi giù nella metropolitana alla volta di Saint Sulpice,  tappa fondamentale per vedere e toccare la Rose Line che fu qualche secolo fa il simbolo delle conoscenze e della misurazione della terra. La meridiana di Parigi del XVIII sec. d.C. ( ..ne esistono anche altre ad es. cattedrale di Acireale, etc.) infatti è segnata da un obelisco e una linea di ottone che scorre all’interno della chiesa suggestiva, ed è riccamente decorata con simboli di altri tempi sempre nel pieno del neoclassicismo pagano parigino, cosa che fa da contrasto proprio con gli ambienti ecclesiali in cui difficilmente possono passare inosservati.

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gnomone ad obelisco della meridiana di parigi

Le lapidi recitano la corretta interpretazione dell’opera astronomica realizzata, dalla lettura si evince che serve a segnare la corretta data per la pasqua riconducendo il progetto ad un esigenza liturgica, cosa ben lontana da quanto invece rappresenta per quanti amano la lettura dei romanzi di Dan Brown, il quale riconduce alla meridiana di Parigi, di questa chiesa, la line della rosa che unisce i 731luoghi sacri per i neotemplari e gli illuminati, fino agli iscritti della confraternita del priorato di Sion……, in quanto come meridiano unisce in se i luoghi chiave del culto divino (santo graal), come Gerusalemme e la cappella di Rosslyn, luoghi di grande misticismo da sempre.719

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Bellissimi i particolari della chiesa come l’altare monumentale in cui la madonna con il bambino poggia sul globo terrestre schiacciando un serpente con il piede a simboleggiare la potenza divina e la vittoria della cristianità sul mondo e sul male.

730La chiesa nonostante abbia molti visitatori e sia il punto di riferimento dell’intero elegante quartiere parigino è trascurata e non gode di quell’attenzione manutentiva che dovrebbe avere, basti pensare che alcune delle splendide vetrate sono infrante e lasciano entrare i piccioni 706all’interno della chiesa.

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un disco si trova proprio lungo la base della piramide di vetro del Louvre..
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disco di Arago

Non va dimenticato che è storicamente comprovato lo sforzo di riuscire a tracciare i meridiani esatti ai tempi (per gli astronomi), la scienza ormai si avvale di strumenti satellitari digitali, la linea attraverserebbe tutta la città ed è rintracciabile grazie ai dischi di Arago, 135 dischi posizionati da Jan_Dibbets recentemente.

lungo il meridiano esatto odierno.

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sacro graal con iscrizioni….. da decifrare
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il santo patrono di Parigi decollato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Vetrate descrivono i vescovi e i santi della tradizione parigina, ma ci sono due particolari riferimenti che non possono essere taciuti: una rappresenta il sacro graal ed un altra rappresenta il patrono di Parigi: Saint Denìs con la testa mozzata raccolta tra le proprie mani in posizione retta. Infatti la leggenda del martirio del santo aprigino racconta che dopo esser stato decapitato raccolse con le sue mani la testa e si incammino lungo la strada che oggi segna il quartiere omonimo.

Infine non sarebbe una chiesa degli illuminati se oltre ai riferimenti alla rose line, al sacro graal, non vi fosse posto per le mirabili opere d’arte pittorica realizzate dal mitico 741pittore della rivoluzione francese De La Croix, il quale trovandosi a dipingere figure bibliche destinate alla chiesa trovò lo spazio per inserire i suoi dettagli ispirati alla rivoluzione popolare francese eccovi il dettaglio delle pitture che si trovano nella prima cappella all’ingresso destro della chiesa.740

Scatti in sequenza che speriamo possano descrivere meglio quanto visto.

Insomma la chiesa “val bene una messa”, perché regala uno spaccato mistico in cui ???????????????????????????????affondarono le radici del neo classicismo francese, così come accettarono anche i personaggi dall’enclave dei clerici dell’epoca, dunque degno luogo in cui capire a fondo un periodo storico di un paese in fermento.

In poco più di mezz’ora il luogo è  stato visitato, ma non basterebbero 10 ore di studio per approfondire ogni tematica trattata e gli intrecci storico sociali che attraversano questa 682splendida chiesa.

 

I PREDATORI….. A PARIGI (p.1)

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PARIGI

Non potrei non presentarvi questa stupenda città senza aver detto prima che dopo aver letto e visto i monumenti e i simulacri eretti un po’ in tutta la bella mia penisola, un ciociaro non può certo che ridacchiare sotto i baffi, e non dimenticare che anche a Frosinone e in altre poche parti furono eretti monumenti alla “libertà” pagana o cristiana, l’arte dalla rivoluzione francese ha preso e dato molto, il neo classicismo pagano, in parigi trova la sua dimensione e scopre di se i presupposti dell’immortalità.

Parigi secondo alcuni scritttori contemporanei molto importanti, nacque attorno ad un primo nucleo proprio sulle rive della senna dedicato a Iside, e oggi sembra arrivare a coprire l’orizzonte della piana del fiume per chilometri.

La culla della cultura illuminata, priva del timore divino,568 le sue cattedrali, i suoi gargoile che vegliano sulla città, i suoi palazzi e le sue regge, i suoi musei e i suoi giardini, fino alla tour eiffel, sono la dimostrazione del uomo che dimostra di essere libero, libero dalla religione nella sua opera governativa.

Guardiamo il suo piano regolatore, napoleone regista e la corte alle macchine, vediamo dal vivo cosa si vede dall’alto,\ dalla cima della torre di ferro della “du pont”.10541011

Come tante altre capitali, la sua mappa nasconde uno strano e preciso disegno, secondo Robert Bauvall e Graham Hankoch, tra il percorso del fiume nel centro della città e la retta disegnata dalla via degli champ eliseè ci sarebbe un angolo di 15 gradi con obelischi e cupole a ricordare altre città capitali: Roma, Eliopoli la Valle di giza, Wahshington, Londra, e chissà quante altre ancora…

Dall’arco di trionfo fino al louvre, tetti grigi di piombo, e ferro battuto come se piovesse, gli odori delle cucine che si fanno sentire 1059lungo le rue del cuore parigino, prendiamo da place del repubblique e scendiamo per la “rue du templ”, che ci porta  a Notre Dame de paris, chissa quanti mercanti hanno già calcato quella strada che porta all’isola.

E poi, di Parigi oggi come si fa a tacer della sua bellazza notturno eccovi alcuni scatti….

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partiamo per Rue du Templ e da place de la repubblic dove ci sono state da poco le manifestazioni per Charlie Hebdo e raggiungiamo la bellissima cattedrale di Notre Dame de Paris….l’Hotel de la Ville,  …immersi nell’atmosfera d’altri tempi l’indomani partiremo alla volta dello gnomone di Saint Sulplice e della rose line ..(Continua)

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CI VEDIAMO IN PROVINCIA PER LA LEGALITA’-convegno sul “voto di scambio”-ospite F.Imposimato- ven. 20 marzo Frosinone

Logo - Per la Legalita¦Ç - Ci Vediamo in ProvinciaVenerdì 20 marzo a partire dalle ore 16.00 presso la VILLA COMUNALE di Frosinone, L’Associazione Ci vediamo in provincia, ospita l’Associazione antimafia “Antonino Caponnetto” e l’Associazione “Voci delle voci onlus”. Tema dell’incontro pubblico sarà l’attualissimo tema incentrato sui “Voti di scambio”. Come da locandina, seguiranno i saluti dell’Associazione “Antonino Caponnetto” tramite il Segretario Nazionale dell’Associazione Elvio Di Cesare e il Vice Segretario Andrea Cinquegrani. Seguiranno i saluti del Sindaco di Pastena Arturo Gnesi e della nostra Associazione (nata nel 2010 dalla volontà del fondatore Paolo Ruggeri) tramite la referente Ilaria Fontana. Tra i relatori ci saranno Ferdinando Imposimato, Magistrato emerito Corte di Cassazione, Antonio Esposito, Presidente Sez.Penale Corte di Cassazione, Ilaria Calò, magistrato DDA Roma, Alessandro D’Alessio, magistrato DDA Napoli, i membri della Commissione parlamentare antimafia Luisa Bossa e Michele Giarrusso e per finire l’intervento di Elio Lannutti, già Senatore della Repubblica.
Sarà un’occasione di confronto per valutare come le organizzazioni mafiose influenzano la nostra vita a  tutti i livelli e per imparare a dire NO ed essere intransigenti.

Di seguito la locandina

Ps: i posti a sedere sono limitati è gradita la prenotazione alla mail

:” civediamoinprovincia@gmail.com”

convegno imposimato

la nuova pagina del sito della nostra associazione: Per la Legalità

Siamo orgogliosi di presentare la nuova pagina tematica del sito, come tradizione vuole infatti l’associazione ci vediamo in provincia, non smette mai di crescere, sia in termini di nuovi associati, sia in termini di tematiche ed impegni.Logo - Per la Legalita¦Ç - Ci Vediamo in Provincia

Il nuovo obiettivo che si va ad aggiungere alle finalità dello statuto associativo che già conta la tutela delle tradizioni artistiche dei giovani del territorio della provincia, la tutela del patrimonio paesaggistico e dei beni culturali, da oggi anche l’educazione alla legalità tra i giovani.

La legalità è il cielo del progresso e  della civiltà , senza di essa ogni sforzo nella lotta al degrado sia morale che territoriale resta vana, la legalità è il presupposto per la crescita della cultura in un paese civile, il collante che funge da garanzia per le nuove e le vecchie generazioni di individui e cittadini, per questo va posta come ineluttabile principio per ogni intento di civilizzazione.

Siamo dunque ad un nuovo inizio un ulteriore ramo all’albero della nostra vita associativa e ne siamo convinti sostenitori, ogni sforzo verrà speso per fare da cornice ad un fine unico il progresso civile, fra qualche tempo ci troveremo ad organizzare eventi in tale senso sempre chiedendo una mano a tutti i nostri amici sostenitori e leettori, curiosi di vedere dove infine riusciremo ad arrivare, quindi come si dice all’inizio di un nuovo viaggio allacciamoci le cinture e prendiamo un bel respiro la nuova strada e pronta per essere percorsa buon viaggio e …..ci vediamo in provincia

 

SALVATEMI (by valentina campoli)

 

I Blastema, a mio parere, sono la band piA? significativa nel panorama rock italiano.

Gruppo formatosi nel 1997 hanno pubblicato due album, ed un terzo A? in uscita proprio in questo periodo.

Ma qui voglio farvi conoscere una delle piA? belle tracce del loro primo disco: a�?Spero ci siaa�?.

Ea�� un brano che ti tiene attaccato allo stereo, un crescendo di emozioni fino alla��ultima nota.

Ea�� una supplica gridata da un uomo bisognoso di essere salvato dalla sua solitudine.

Il video A? emozionante e coinvolgente proprio come il testo: un ragazzo intrappolato in una stanza da cui non riesce ad uscire.

Ognuno di noi ha bisogno di essere salvato da qualcosa e questo brano A? come se concedesse la possibilitA� di farlo.

Vi lascio alcune righe della canzone, sperando facciano lo stesso effetto che fanno a me:

 

a�?Non ti accorgi di me, mentre disteso nel fango ti sorrido

 

Non ti accorgi che A? la��unico modo che ho per sentirmi vivo

 

PerchA� ciA? che chiedo non A? mai abbastanza

E tutto ciA? che ho giA� non basta

 

Spero ci sia qualcuno che ascolterA� il mio lamento

grido lontano e pieno di sA�, con un messaggio

io sono qui

esisto ancha��io

per cui ti prego guardamia�?

 

Buon ascolto, alla prossima.

TUTTI IN CIMA AL MONDO (by Valentina Campoli)

Siete tristi? Siete giù di morale? Avete bisogno di un po’ di carica?

Andate su Youtube, cercate “On top of the world” e alzate il volume al massimo. Funziona vero?

 

Ultimo singolo, uscito pochi mesi fa, della  band statunitense “Imagine dragons” ha avuto un immediato successo radiofonico, grazie al suo ritmo coinvolgente e alla grinta con cui viene straordinariamente interpretata.

 

Intrigante è anche il video,  che prende in esame la società degli anni ’60 del Nord America, partendo dai movimenti hippie e arrivando allo sbarco sulla Luna.

 

Personalmente sentirla mi mette di buon umore. E penso che sia proprio questo lo scopo di questa canzone: donare quella piccola felicità che ti rallegra la giornata, magari facendo qualche sorriso in più del solito, saltellando per strada con le cuffiette nelle orecchie.

 

Quindi qualsiasi cosa voi stiate facendo, fermatevi, prendetevi qualche minuto di relax e ascoltate questa canzone e… arrivate il cima al mondo.

Segni una città…………. Megalitica !

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Domenica scorsa durante una passeggiata sui confini della ciociaria nord, proprio dove comincia a mutare la conformazione geologica del nostro territorio, all’incrocio magico tra la pianura della valle del sacco, la catena montuosa dei Lepini, e la zona vulcanica dei castelli poco a sud di roma, ultimo avamposto montuoso al centro del percorso millenario che contraddistingue ancora oggi il traffico tra roma ed il sud italia, abbiamo intrapreso la salita che da colleferro porta alla magnifica città megalitica di Segni.imagesYBV96PSR

Avevo letto e conosciuto la Città già dagli scritti di Giulio Magli, docente di archeo-astronomia del politecnico di milano, abile studioso e ricercatore della civilta megalitica del lazio meridionale, il quale tra le città contraddistinte dalle mura poligonali megalitiche riservava a Segni una attenta analisi paragonando l’impianto murario segnino ad altre grandi città come Alatri, Ferentino, Alba Fucens, Circei, etc., ma ugualmente, sono rimasto davvero impressionato dal reale impatto che la vista delle rovine nella città ha destato in me, che amo e cerco riferimenti geoarcheologici nel territorio dimenticati o poco valorizzati.

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La città risulta piena di fascino in quanto si eleva su un territorio che raggiunge i 700 metri di altezza ed è riconoscibile a distanza quale unico impianto urbano della zona innalzata tra i monti nel raggio di kilometri, e la sensazione di differenza con tutto ciò che la circonda è causato dalla sua posizione difficile da raggiungere che sicuramente ha aiutato a farla rimanere immutata in molti aspetti architettonici, tenendola al sicuro in tutta l’era moderna dalle vicende dell’umanità.

Appena giunti sulla strada cittadina disseminata di cartelli che indicano le tante attrazioni archeologiche e storiche, ci si ritrova in un percorso obbligato che le stesse amministrazioni hanno chiamato percorso turistico, andando a impattare con il primo anello di mura megalitiche che impone di fatto al viandante di costeggiarle salendo verso il nucleo antico del centro storico.

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Spettacolari massi calcarei poligonali ammassati con perfezione l’uno sull’altro sorreggono l’impianto ascendente delle abitazioni che da secoli contraddistinguono il profilo cittadino, le strade e i vicoli appaiono perfettamente come tanto tempo fa districarsi tra i diversi punti vitali dell’abitato, tra chiese minori e cattedrali medievali, si giunge nel versante panoramico che si affaccia sulla valle del sacco.

Lo sguardo dall’alto si perde sulla distesa verde e sulle catene montuose prospicenti, in cui a distanze più o meno regolari si distinguono tutte le città ciociare millenarie e i paesini rurali fino a Frosinone posta sull’ultimo spazio visibile a valle, se si volge lo sgurado a sud, mentre verso nord si distingue Roma e al suo lato la zona di T

ivoli.

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Insomma una terrazza che appare impagabile, sia per la bellezza sul basso paesaggio dominato, sia per il valore strategico che non si può assolutamente fraintendere, in quanto a qualsiasi ora del giorno, da quella posizione avvantaggiata, è possibile scorgere cosa succede nella valle da Roma a Frosinone , da Tivoli a tutti i monti che ci dividono dall’Abbruzzo.

 Quasi immediatamente si può immaginare la schiera di esseri umani che raggiunta la vetta nei lontani secoli della preistoria si organizzava a cingere il monte con le mura ( lunghe 5 km), rendendo da quei giorni la città eterna, segnando una cultura con i simboli di una somma di conoscenze che oggi ci sfugge, ma che insegna al viandante come l’uomo possa dominare sulla natura in modo ecologico ed eterno.

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La zona panoramica affaccia anche verso la catena dei lepini formando una gola impressionante per il salto di centinaia di metri ed è sovrastata da i monti che hanno sempre regalato selvaggina, funghi e legumi alla popolazione garantendo un lato protetto a nord ovest contro l’eventuale bramosia di popoli di passaggio nell’ Italia tirrenica.

La città è importante storicamente per aver raccolto dall’epoca romana tante personalità di spicco, finanche  del mondo religioso, e raccoglie ancora una biblioteca storica di grande importanza, ma oltre alla storia medievale racchiusa intorno alle chiese ed alla splendida cattedrale, il nostro report di viaggio punta decisamente agli aspetti preromani dei luoghi rimasti intatti, sull’impianto di muri poligonali che circondano tutta la cresta del monte intervallati da numerosi punti di accesso alla città, come la mirabile porta saracena o la famosa porta foca situate proprio sul versante affacciato a est sulla nostra valle, oltre alle tante posterule e fognoli.

Segni - La Porta Saracena

La porta saracena si apre in senso antiorario (non costringe a mostrare il fianco destro protetto dallo scudo-mentre al contrario porta foca era concepita per tenere sguarnita la difesa di chi osava entrare) appare incredibile sia per stazza sia per bellezza, un insieme di massi giganteschi formano un unicum mondiale per maestosità quale esempio architettonico-ingegneristico, degno di apparire accanto a Stonhenge, o alle piramidi della valle giza, il monumentale ingresso risulta intatto e come struttura indistruttibile sembra poter reggere anche contro un eventuale attacco nucleare, e non a caso richiamo l’idea di una catastrofe per avvalorare la resistenza insita nell’opera, in quanto dopo millenni nonostante guerre, bombardamenti e terremoti, mentre ogni altra architettura ha segnato il passo al trascorrere dei tempi, quella delle mura megalitiche non appare nemmeno scalfita.

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Il percorso dei muri è intatto e si nasconde sotto alcuni strati di terreno per poi riaffiorare in alcuni punti dove si può con certezza affermare che l’opera sia stata fatta per sottrarre alla montagna la terra, un po’ come a machu picchu, dove(secondo le ultime teorie) attraverso una serie di terrazzamenti megalitici e la realizzazione di terrapieni, si sottraeva alla montagna i luoghi rocciosi e aridi per realizzare orti e coltivazioni, la cinta è lunghissima e regolare tanto che attraverso il sistema di terrazzamenti ancora oggi è facile raggiungere l’acropoli attraverso  una gradevole salita.

L’acropoli dove oggi trova sede la chiesa di San Pietro è davvero eccezionale, un opera megalitica che fa trasalire il visitatore, la sensazione dell’eco delle vicende umane passate avvolge lo sguardo a 360 gradi e regala la certezza al passante di appartenere all’eternità del pianeta nel suo universo.

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Il tempo perde la sua finitezza e si accompagna alla descrizione della vicenda umana degli ultimi millenni, infatti sul vecchio basamento megalitico dell’acropoli sorge un templum romano  (dedicato a Giunone moneta) intatto e distinguibilissimo sormontato da un impianto cristiano, tipico edificio medievale con campanile annesso e bifore ancora più recenti, la pietra accompagna lo stallo dei colori dal bianco megalitico preistorico (calcareo), al marrone scuro della pietra squadrata romana (tufo) su su fino ai mattoni scuri di epoca medievale e il tetto moderno.

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Il luogo è da difendere da riscoprire, da mostrare al mondo e da tutelare come patrimonio dell’umanità.

Non esiste alcun altro luogo al mondo in cui si possa distinguere la diferenza e l’amalgamarsi degli stili e delle architetture della nostra civiltà mediterranea così ad occhio nudo, il megalitico, il romano, il medioevale ed il moderno, insieme dal basso fino al campanile che si staglia nel cielo.

Se non ci bastasse questo, proprio di fronte alla chiesa lato nord, esiste una cisterna romana per acqua piovana enorme che nonostante i secoli resta affiorante a simboleggiare la capacità di resistenza e di pianificazione urbana nell’approvviggionamento della materia vitale dell’acqua, come a dimostrare quanto si fosse attenti costruttori nei secoli addietro.

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particolare interno chiesa San Pietro

La porta foca che affaccia a sud è visibile, ma lungo il sentiero delle mura che la circondano il degrado sta lentamente prendendo il sopravvento, segno che le amministrazioni non riescono a tutelare e valorizzare la città, anche se lungo la camminata del lato sud est rimango felicemente colpito dagli scavi aperti, segno che l’interesse sulla zona rimane flebilmente desto, i palazzi medievali sono ricchi di reperti romani e nella città ha sede un museo archeologico.

Segni è una città unica e va studiata assieme alle città megalitiche come Ferentino, ed Alatri, e mentre si pensa a costruire nuovi stabilimenti industriali, nessuno ricorda la vocazione reale del territorio culturale e turistica, invece di puntare alla sostenibilità di cicli produttivi di indotti volti all’accoglienza dei turisti i giovani vengono invitati a lasciare i propri luoghi del cuore per recarsi a fare chissà cosa in industrie inquinanti, peggio ancora altri senza un futuro sono destinati ad espatriare.

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Ci battiamo affinche il patrimonio sotto stimato della nostra terra torni protagonista di un volano occupazionale basato sulla sostenibilità della tradizione e della cultura ma la strada è ancora lunga, per questo vi invito a parlare di questi temi al bar, alla fermata dell’autobus e nei comuni, nei palazzi del governo del territorio, locali e nazionali, facciamolo per noi facciamolo per il territorio.

Miti e Leggende del Liri: La Torre di Marìca (di Paola Baldassarra)

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 Anche se in molti dicono che la parola Liri, deriva dal latino ‘viridis’, che vuol dire ‘verde’, a me piace immaginare che le sue origini, si collegano alla mitologia greca, le mura pelagiche sono la testimonianza che antichi greci che si spostarono tanti anni fa fino in Italia, fondando molte colonie ed originando la loro volta nuovi insediamenti, forse cacciando le popolazioni indigene. Il nome Liri si intona con Illiri, nella mitologia greca, Illyrius era il figlio di Cadmo e Armonia che governò la regione di Illiria e divenne l’antenato etnonimo di tutte le popolazioni illiriche. Ancora, il nome Liri si avvicina a Lirìpe, che era una delle Naiadi, le ninfe delle acque dolci, viveva nella Focile, una zona della Grecia dove i primi abitanti si dice fossero i Pelasgi. Lirìope era molto bella ed il dio dei fiumi Cefiso se ne infatuò, quindi un giorno che la ninfa si era allontanata dalle sorelle, la circondò con i suoi corsi d’acqua e  così intrappolata  fu sedotta dal dio diede alla luce un bambino di eccezionale bellezza che chiamò Narciso.narciso Era un giovane bellissimo e corteggiato e di lui Eco, una delle  ninfe delle montagne, si innamorò perdutamente, un amore impossibile e talmente disperato che la bella ninfa per volere degli dei fu trasformata in roccia.

 

Grazie alle testimonianze archeologiche, si sa di una divinità italica, particolarmente legataal fiumeLiri ed adorata fino alla Foce del Garigliano, la dea Marìca, sposa di Fauno, divinità dei campi e della pastorizia e madre di Latino, ninfa protettrice dell’acqua e delle paludi, degli animali, dei neonati e della fecondità.DSCF6026

Ad essa è dedicata, presso Isola, una Torre circondata da alberi si erge sulla collina del paese, al centro di una radura incontaminata da dove si può contemplare il cielo, ammirare il panorama dell’intera vallata, seguire con lo sguardo il percorso del fiume Liri, spaziare la vista su Sora e i paesi limitrofi sovrastati dai maestosi monti Appennini.

Esistono molte leggende ma la più raccontata riguarda il bosco sacro sulla collina della Torre, tantissimi anni fa il bosco era un luogo considerato una vera oasi dove viveva ogni specie di animali in libertà, vi erano fiori tra i più belli e ricca vegetazione ed il fiume verde smeraldo era popolato da pesci e crostacei,da granchi e gamberi d’acqua dolce. Tutto ciò che esisteva in quel posto non poteva essere portato via, era assolutamente vietato tagliare gli alberi o cacciare selvaggina e chiunque osava violare il luogo sacro, veniva rintracciato dalla ninfa del fiume e punito severamente, si narra che ogni grande masso rimasto li da millenni è un profanatore del bosco trasformato in pietra.DSCF6029

Ogni anno, per rendere omaggio alla dea, durante la festa di fine estate, le ragazze del villaggio si recavano sulla collina portando cesti d’uva, ghirlande di fiori e cipolle intrecciate che sistemavano ai piedi della Torre, ma non potevano assolutamente riposare su quei massi e prima del tramonto dovevano tornare nelle loro case.

I luoghi più sacri si trovavano lungo il corso del fiume, erano le sorgenti e le piccole cascate, erano i massi di roccia, le grotte bagnate dall’acqua o le caverne non lontane dal fiume, l’accesso era riservato a pochi, chi era prescelto a volte doveva attraversare a nuoto il fiume ed entrare nelle grotte per depositare le offerte votive. Una leggenda racconta che la dea viveva nella Grotta della grande cascata, dove l’acqua scivolava impetuosamente dallependici rocciose, c’eraun passaggio non visibile ed inaccessibile, chi era nelle sue grazie riusciva ad accedervi, attraversando il fiume controcorrente, sfidando la forza dell’acqua, passando sotto la porta rocciosa ed entrando in un labirinto che racchiudeva corsi d’acqua e cunicoli e che arrivava fino al cuore della montagna in un lago sotterraneo. DSCF6045

Il mito di Marìca si estendeva lungo tutto il tratto del Liri, dovunque il fiume passava prima di tuffarsi nel mare, su entrambe le sponde del fiume, esisteva un bosco sacro circondato da un’estesa e profonda palude, la cosiddetta “palus maricae” e si racconta che era la sua dimora preferita tant’è che le fu dedicato un grande tempio costruito con blocchi di tufo grigio. La nostra Torre di Màrica,  è quel che resta di un mito antico e misterioso, della storia degli italici prima e dei romani poi, che veneravano il culto della ninfa del Liri in un piccolo paese della Ciociaria, tramandata in molte tradizioni o in alcuni riti che gli anziani del posto ancora ricordano.12

 

 

Non rura, quae Liris quieta Mordet aqua, taciturnus amnis (Orazio)