Cari amici predatori, siamo andati a scovare alcune delle più interessanti testimonianze della storia delle isole Pitiuse, così chiamate da Plinio il vecchio antico viaggiatore e storiografo latino, per la caratteristica chioma dei pini mediterranei che avvolge le isole Baleari oggi chiamate Ibiza e Formentera.
Principalmente va inquadrata la storia antichissima delle genti che popolarono le isole minori delle baleari, infatti diversi resti testimoniano il passaggio dell’uomo in queste terre emerse già dall’eta preistorica, le rotte di collegamento marittimo tra il continente africano e quello europeo portarono l’uomo a percorrere il tragitto passando per le isole che si affacciano a pochi chilometri al largo di Valencia, nella splendida cornice del mar mediterraneo.
Il passaggio della storia e gli incroci delle vicende dell’europa e del nord africa contraddistinguono la nascita della cultura autoctona fino alla conquista degli spagnoli di queste ambite rocce innalzate sul mare.
La Dea Tanit è la principale divinità punica che ebbe sull’isola di Ibiza molto seguito, tanto da lasciare testimonianze ancora ad oggi nel tessuto delle tradizioni del posto.
Uno degli esempi più toccanti per trasmettere la sensazione di antichissimi riti pagani ai turisti è rappresentato dal santuario di cui stiamo scrivendo, visitabile e raggiungibile grazie ad un sentiero realizzato per scendere e risalire in piena sicurezza dai luoghi archeologici, poco conosciuto e non riportato sulle mappe turistiche ma degno di una visita accurata, si trova sul lato dell’isola che è rivolta verso la bellissima cala marittima di Sant Vincent
E’ curioso che proprio sulla sommità dei monti nei quali è nato il santuario di Es Culleram, esiste un profilo ben distinguibile antropomorfo, quasi a significare che sotto al dio che dorme esiste l’entrata (carsica) nel mondo nascosto dal quale attingere conoscenze e vita (acqua).
proprio all’entrata delle cavità del santuario esiste un megalite sul quale è stato tratteggiato un antico labirinto a modo di bassorilievo, e non appare così remota la possibilità che abbia qualche significato riguardante anche la presenza di acqua e cavità un nesso mitico che era degno di nota nei tempi in cui l’acqua era strettamente connessa alla vita e alla sopravvivenza e le cavità offrivano sicuro rifugio a quanti le conoscevano.
tornando alla dea Tanit va ricordato che durante le guerre puniche gli scrittori latini riferirono che i seguaci della dea erano ritualmente impegnati a sacrificare individui per chiedere benevolenza, riti che però non sono mai stati accertati, e che apparterrebbero allo strascico propagandistico che i romani utilizzarono per screditare i loro acerrimi nemici, proprio ad ibiza infatti i cartaginesi arruolarono alcuni guerrieri divenuti famosi come i fiondatori delle baleari che durante le guerre puniche contro i romani divennero temutissimi.
I Cartaginesi ne erano custodi nel mediterraneo ma prima di loro furono i fenici, una dea che viene identificata con un simbolo tra i più conosciuti che nasconde all’interno concezioni geometriche essenziali per l’uomo moderno.
Fantastico il sentiero per giungere alle grotte, disseminato di preghiere di pietra probabilmente tipiche degli hippy che presiedono l’area ancora oggi.
sul luogo abbiamo avuto modo di rinvenire un interessante labirinto su pietra tratteggiato a mo di bassorilievo, oltre a quello allestito dagli hippy.
Insomma ancora dovremo tornare sul tesoro ricevuto da questa stupenda isola come per quanto riguarda il simbolo, tornerò a tempo dovuto intanto gustatevi il video descrittivo del luogo in spirito predatori tour….
buona visione 😀