Malta un isola incantata tra la sicilia e l’africa, un posto caldo dal clima insulare, sulla sua terra i segni del passaggio ancora ben visibile del neolitico e megalitico più mediterraneo che mai.
Ho avuto l’occasione di visitare l’isola in cui sorge l’imponente porto della Valletta per un intera estate e ho imparato a respirare l’aria dell’antico arcipelago maltese.
La sua preistoria, la sua cultura e la sua tradizione medievale con le sue stupende roccaforti sono ben raccontate ai visitatori, anche attraverso i vari punti dedicati alla cultura neolitica e megalitica dell’isola, come musei, ipogei, grotte e tanti reperti a cielo aperto, essi prima ancora dell’epopea dei cavalieri e dei pellegrinaggi, ci parlano dei culti e delle usanze dei popoli più antichi del mediterraneo.
Popoli legati al culto delle stelle, conoscitori delle tecniche di costruzione ispirato agli allineamenti con le costellazioni, con i solstizi solari e le fasi lunari.
Templi monumentali, veri villaggi neolitici intatti nelle strutture che un tempo venivano chiamate dei giganti, come quelle ciclopiche dunque frutto della fatica dei giganti, di questi templi maltesi sicuramente ne va citato uno che più di tutti è stato oggetto di diversi studi con differenti tecniche di ricerca da quella più classica a quella più evoluta e tecnologica, l’Ipogeo di hal saflieni.
Quello si vuole esaminare in questo momento è il rinvenimento della statuina della Dea Madre che mette un punto ad un intero universo di costatazioni e testimonianze archeologiche girano attorno alla complessa questione riguardante il culto legato alla Dea Madre di tutte le cose.
Negli ipogei, nei templi di hagar qim e menaidra, vicini tra loro, tra le varie cose al visitatore è concesso di ricongiungersi ad una fotografia di uno spazio, a volte uno spazio aperto ed illimitato proiettato verso il cielo, a volte chiuso angusto e oscuro ma sempre improntato alle armonie ed alle architetture che si ispirano alle stelle.
A Malta si può godere uno scenario talmente surreale, paesaggisticamente parlando, che se pure in alcuni punti specifici dell’isola, essa fisicamente attraversa i secoli della storia inanimata, sembra possedere un significato o un anima, sottendere un ombra di intelligenza passata ma infinita nel tempo.
Vi si può cogliere la sacralità dei secoli in cui l’uomo guardava le stelle e le conosceva per tenerle presenti a mente a menadito come neanche oggi l’umanità sembra fare.
Indissolubilmente a queste geometrie delle costruzioni dei popoli neolitici appare una figura che in realtà è disegnata come nulla di più umanamente armonioso, dolce e buono, possa esistere, una madre, essa è una Dea dalla figura morbida e rassicurante, possiede la capacità di fare da guida a quanti si sentono persi e conduce l’uomo nella sua esistenza dalla vita, i rinvenimenti delle statuine votive infatti avvengono sia nei templi eretti sul suolo sia quelli posizionati sottoterra dove avvenivano le sepolture.
A Malta si trovano molte delle maggiori raffigurazioni di quella che fu detta la dea madre del mediterraneo, la stessa della sardegna, delle isole baleari in primis, il culto appartiene all’era più antica dei popoli mediterranei che si spostavano e si insediavano lungo le coste di europa e africa.
Essa in realtà veniva sicuramente adorata a Malta in un periodo che va dal 6000 a.c. al 3000 a.c., stessa epoca in cui sorgevano, secondo gli studiosi, i templi megalitici così caratteristici, monumenti sacri sulla terra maltese, oggi patrimonio dell’umanità.
la prima visita ai templi di malta è stata una piacevolissima scoperta, andando verso sud, il lato della costa esposta all’africa, Malta presenta una serie di splendide scogliere a picco sul mare, un mare azzurro che sembra pitturato, a causa della presenza di alcuni coralli autoctoni che rendono la pietra a contatto con l’acqua quasi rossastra e attraverso la rifrazione dei raggi solari l’acqua sembra azzurra più del cielo.
Arrivati sulla spianata rocciosa coperta di fine sabbia e poca vegetazione, leggermente scoscesa che giunge al mare, si innalzano due tensostrutture giganti, che servono a coprire i luoghi sacri dei nostri progenitori mediterranei.
Il panorama diventa incredibile quando in prossimità del tempio si scorge il mare ed il secondo tempio più in basso, sembra di rivedere un film che narra la preistoria, e ci si immerge nei paesaggi che per l uomo servivano a realizzare il contatto tra cielo e terra acqua e fuoco.
il tempio di Hagar Qim come quello di Menaidra,, come quello gigantia su gozo sono composti da megaliti eretti verticalmente, lastre alte tra il metro e mezzo, fino a 6 metri, affiancati a disegnare locali con circonferenze concentriche irregolari.
Sono camere in cui il sole passa attraverso buchi e finestre ricavate dalle pietre dalle pareti megalitiche dei tepli, esse come delle camere oscure vivono e rendono al visitatore l’idea che il percorso del tempo sia legato all’universo allo spazio ed alle stelle.
Proviamo ad immaginare le stanze sacre durante i riti, gli altari posizionati proprio sotto i raggi solari si illuminano nel buio e risplendono della sacra luce del sole, stesso dicasi per altri punti di osservazione , come intere costellazioni o semplici isole nel mare.
Il gioco del nostro cielo diviene teatro della storia dell’uomo e dei suoi rituali sacri.
continua…