La singolare storia della città di Cosa si intreccia su diverse vicende, di essa si legge che ebbe nome “cusi” nelle antichità, da una parola della lingua degli etruschi, della quale parleremo in altri articoli, apparteneva al territorio di Vulci, sulla costa a sud del tombolo di Feniglia nella zona che oggi prende il nome di Ansedonia.
La città antica di Cosa ? posta su una collina rigogliosa dalla quale si staglia un panorama a nord che comprende tutta la laguna di Orbetello, il triplo tombolo e l’argentario, una postazione di controllo unica…e importantissima.

Il controllo dell antico porto di Orbetello, era importantissimo la posizione dominante un vantaggio inestimabile, possiamo immaginare chissà quanti secoli e quanta storia con le sue bellissime mura a far da cornice, imponenti e ben rifinite, in un perimetro per niente scontato.

i piccoli quadrati lungo il perimetro sono le torri
Il perimetro in opera poligonale, un lavoro eccezionale, conta 17 torri in opera poligonale, di profilo quadrato, ed una sola torre di tipo rotondo, costruita con piccole pietre, sicuramente successiva alla produzione della cinta in pietre megalitiche poligonali.

Il numero di torri rimaste in piedi, costituisce una particolarità dell’area archeologica, unico esempio di tale genere di architettura per quantità e stato di conservazione.

Tra i pochi esempi che sovvengono citiamo tra gli altri i Talayot quadrati rinvenuti a Mallorca (isole baleari), esempi di costruzione poligonale ristretta, di perimetro quadrato, che solitamente non superano i 20 metri per lato, basi per torri, erette lungo i punti geografici di avvistamento, come forse in realtà fù per Cosa, le stesse peculiarità e periodi, lo stesso popolo chiamato “delle torri”? Molti gli aspetti che ci fanno dubitare nonostante nessuno sembra averlo mai messo nero su bianco, primo tra tutti la costruzione di queste torri uniche nel loro genere.
Un’altra particolarità delle mura riguarda la successione degli angoli e degli stipiti che sono diversi da moltissime altre simili città, come ad esempio quelle laziali, infatti seguendo a piedi le mura si nota che in molti punti lungo il perimetro le pareti mutano direzione creando angoli ottusi di una precisione incredibile, leggeri scostamenti che non è facile rinvenire.
Nella zona di Aquino si trova un ulteriore esempio di torre di fortificazione quadrata segno che esisteva questo archetipo probabilmente strategico difensivo, utilizzato sia nel mediterraneo nelle baleari ad esempio, sia in Italia come nel caso di Aquinum e Cosa.

La torre quadrata, nel caso della città di Cosa, risulta costruita in aderenza al corpo del circuito difensivo, mentre nel caso del Talayot di Santa Catalina come ad Aquinum gli edifici sarebbero invece distaccati da altri corpi costruttivi, segno che l’edificio fosse presidio da tempi immemori già per i romani, la somiglianza all’opera squadrata romana è forte ma basta curarsi di controllare gli angoli dei massi pesanti per scoprire incastri a L, tipici delle costruzioni poligonali, naturalmente l’opera è in posa senza alcuna malta o legame di qualsiasi genere da migliaia di anni.
Stando alla datazione di riferimento potrebbero combaciare le stime del VI secolo avanti cristo per entrambi i casi, le misure (6,5 mt per lato per Aquino, mentre 11 mt circa per il talaiot di Santa Margalida ), questo parallelo corre su diverse altre caratteristiche simili in quanto a tipologie di edifici arcaici tipici nelle zone etrusche, centro italiche preromane, costiere lungo tutto il mediterraneo in Francia e Spagna, in Sardegna, ed alle isole Baleari.
Torniamo a parlare di Cosa, la città dalle torri quadrate megalitiche, proprio sotto la collina, dove il mare sbatte sulla roccia, scorre un taglio nella roccia, un canale idraulico che attraversa per obliquo lo scoglio che si sporge in mare, ed una sorta di antica cava, oggi è possibile vedere l’imbocco del canale idraulico da un ponticello che lo attraversa in alto a circa 20 metri del livello del mare, il punto di interesse culturale archeologico è davvero impressionante.
Ci troviamo alla cosiddetta Tagliata di Ansedonia, come potrete vedere dal video, e dalle info video esiste un taglio quasi cubico nella collina rocciosa, un pezzo di roccia dell’area sembrerebbe stata apportata, una specie di cava a prima vista, e in basso sul lato sinistro del cubo un canale stretto con volta a semicerchio grezzamente intagliato, in cui defluisce l’acqua del canale che dal vicino lago si getta in mare.
Come già spiegato negli articoli precedenti, il Pincherle ha ipotizzato che il canale della tagliata fosse stato realizzato in tempi antichi, molto prima dei romani ed anche prima degli etruschi, per dare impulso alla genesi del tombolo della Feniglia.
Canale di drenaggio del porto antico, secondo la ricostruzione accreditata, si apprezza dalle immagini la visione del meraviglioso sito.
Il luogo della collina di Ansedonia è un patrimonio del mondo, centro di interesse culturale da secoli, in esso scorre la storia delle antica civiltà mediterranee, intagliata sulle coste, nella roccia e nelle sue mura, praticamente di fattura identica a quelle di Orbetello, la loro storia è ben lungi dall’essere spiegata, pare infatti incredibile che mentre quelle di cosa fossero fatte dai romani, quelle di Orbetello sarebbero con certezza etrusche!!
Vi invitiamo alla visita dell’area archeologica e al porto antico, per assistere alla bellezza della quella cultura preromana troppo spesso accantonata dai canali retorici del racconto archeologico italiano.