Tutti gli articoli di Ilaria Fontana

Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza

charlie 

 

 

Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza :  la conoscenza non ha né età né limiti. La storia è il cammino dell’uomo verso o contro la verità, la conoscenza, verso o contro la virtù, la tensione del cuore. Per questo la storia può insegnarci, affascinarci, saper di universale, di personale; può corrispondere alla nostra sete di sapere cosa è l’uomo e come l’uomo ha concepito, nel tempo, il suo essere ed il suo fine. Può corrispondere alla nostra sete di saper cosa è la civiltà in cui viviamo, il passato in cui affondiamo le radici. Quando vediamo una montagna, quando abbiamo di fronte il mare, l’orizzonte, la luna come non ci viene in mente che è la stessa luna, lo stesso orizzonte, lo stesso mare che hanno visto i nostri avi. Perché il passato è sempre il fondamento del presente. Questa la continua poesia in cui noi viviamo e siamo catapultati.

Da sempre la Storia ha subito atti dediti a cancellarla e la memoria, il filo che ci unisce, non si può perdere. Eppure storicamente abbiamo eventi più o meno noti in cui l’Uomo per il suo delirio di onnipotenza, di immortalità  e di presunzione, ha tentato di rendere storia il suo presente cancellando i tempi antichi. Basta ricordare i giacobini francesi, che cancellarono le ricorrenze e le feste del calendario cristiano, per far dimenticare la storia a cui essi si riferivano, alla storia di regime, figlia della scuola di regime, all’ansia devastatrice della rivoluzione culturale cinese, alla volontà dei Khmer rossi cambogiani di eliminare i libri del passato e persino tutti coloro che, portando gli occhiali, potevano essere pericolosi lettori, e magari difensori, di una cultura e di una storia passata, basta ricordare l’incendio della Biblioteca di Alessandria che ha distrutto  interi volumi che raccontavano la prima Cultura mondiale (che poi diede la forza all’impero ellenico di primeggiare)  per far posto alla “saggezza mediterranea” che poi divenne romana. Pensando alle diverse forme di arte che la Biblioteca conteneva, un pensiero va ai giorni di oggi e più precisamente al ricordo delle 12 persone uccise per il solo motivo di mettere su carta la loro arte . I nomi della strage di Charlie Ebdo: Stephane Charbonnier, alias Charb, vignettista e direttore; Georges Wolinski, vignettista; Jean Cabut, alias Cabu, vignettista; Bernard Verlhac, alias Tignous, vignettista; Philippe Honoré, vignettista; Bernard Maris, economista ed editorialista; Elsa Cayat, psicologa e giornalista; Michel Renaud, ex consigliere del sindaco di Clermont Ferrand; Mustapha Ourrad, correttore di bozze; Fréderic Boisseau, addetto alla portineria; Franck Brinsolaro, poliziotto; Ahmed Merabet, poliziotto.

12 nomi che rappresentano un tentativo moderno di  tappare la bocca e di indirizzare la Storia unilateralmente, interpretando quella passata in maniera del tutto soggettiva da parte di una mente che opera a nome del suo Dio per cancellare il tratto di una matita che però oggi ha la forza di continuare ad esser usata.

Dobbiamo ripartire dalle nostre radici, dai nostri sassi, dalle nostre pietre che parlano: sarà dal loro studio che si rafforzerà la nostra identità. Tuteliamo i nostri ricordi, la nostra memoria, siamo curiosi di cercare l’origine di ogni cosa e difendiamo i beni che stanno per essere sostituiti da un mare di cemento in alcuni casi, da un centro commerciale in altri, da incendi in altri ancora, dalla prepotenza di supremazia nella totalità degli eventi.

La storia è una guida alla ricerca dell’uomo”, così Biagi la definiva: non alessandriastanchiamoci mai di studiarla.

SELFIE: l’ autoscatto moderno.

La parola di questa estate é sicuramente #selfie, parola entrata in maniera prepotente nella nostra vita.

khaloFrida Kahlo, pittrice celebrata in una recente mostra a Roma, ne è stata la promotrice con i suoi # autoritratti.

Ecco, il selfie altro non é che un’autorappresentazione elaborata in uno scatto che rappresenta l’istante infinito, dal suo significato iconografico.

Frida non si autocelebrava  perché era vanitosa o narcisista, lei era un soldato, una donna che non ha mai mollato, nonostante la vita l’avesse messa davanti a problematiche importanti, sia per la sua salute, sia per il rapporto che aveva con il mondo in cui viveva.

Lei probabilmente utilizzava la sua arte per rivelarsi, realizzavafrida khalo  autoscatti pittorici, tele in cui urlava libertà, speranza, forza, coraggio. Ecco il messaggio che propone in ogni sua opera: la forza dell’icona come strumento, come espressione di eroina, politica e femminista.

Cosa ci ha portato oggi alla necessità di “autocelebrarci” ovunque? Cosa ci porta ad autorappresentarci durante  la nostra quotidianità in rappresentazioni prive di ogni riscontro? Cosa cambia oggi rispetto a ieri?

Oggi il selfie é una mania, una moda, un’ossessione. É un modello sociale. É parte integrante del linguaggio del nostro tempo.

Basta girare sui social network più noti e notare migliaia di volti, di occhi, di bocche. Personaggi famosi? No, tanti “lo” in fila.images6L4YZ4YY

Una richiesta di aiuto o narcisismo puro? In una società di plastica, in una società finta, in una società superficiale e dove l’ importante é apparire e “figurare” dove si colloca il selfie?

La società é in fieri, muta velocemente e sicuramente la rivoluzione tecnologica va di pari passo con la rivoluzione sociale. In quest’ottica il selfie diventa come la chiave di lettura delle nostre vite tra dieci, venti, cento anni. Il selfie forse altro non ê che una conferma della nostra vita, indifesa, eterea, infinita esistenza e una voglia estrema di confermare in questo mondo un nostro sorriso, un nostro momento. Nasconde un timore, una paura, un sentirsi infinitamente piccoli e finiti e rappresenta l’unico modo per affermarsi  e per celebrare sorrisi, occhi, mani,  un momento, un secondo.

Vita,   ricordi, memoria,  eterno, fotografia…flash immobile, nel tempo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Costruire (S)perfezionandosi

Auricolari alle orecchie, balcone, occhi puntati sul tramonto romano,  pianoforte, poesia, canzone n.9 del mio  lettore musicale che parte.

“Ah, si vivesse solo di inizi,

Di eccitazione da prima volta

Quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora”

Sì é lui, Niccolò Fabi con la sua “Costruire”, un capolavoro con un testo che arriva fino all’anima.

Una canzone ben strutturata in cui si canta delle tante prime volte (un libro nuovo, la vernice fresca, un regalo da scartare, il giorno della festa, la paura del debutto, il tremore all’esordio).  Poi una frase, pare buttata lì, introdotta da un MA che fa pensare a tutto, un MA dicotomico,  un MA che urla LA VITA e ci consiglia l’approccio da tenere :

“MA Tra la partenza e il traguardo

Nel MEZZO c’è tutto il resto

E giorno dopo giorno é SILENZIOSAMENTE costruire

E Costruire é potere e sapere

RINUNCIARE ALLA PERFEZIONE”

 

Ecco il punto focale della canzone:in maniera del tutto oggettiva, anche se totalmente romantica,  ci racconta come a volte rinunciare alla perfezione ci porti alla felicità perché é proprio tra la partenza e il traguardo che scorre la vita ed è proprio lí che COSTRUIAMO tutto il resto.

Se la prima parte ci racconta le prime volte, la seconda parte  è dedicata ai FINALI, alle conclusioni, cosí  come l’ultimo bicchiere, l’ultimo tramonto, cosí come il sipario… eppure NEL MEZZO C’É TUTTO IL RESTO, CHE SCORRE, giorno dopo giorno .

 Ognuno di noi facendo un passo indietro dimostra di  avere il coraggio di abbandonare la PERFEZIONE che un po’ come la natura nella nostra vita più che una madre rappresenta una MATRIGNA che ci destabilizza e ci fa perdere di vista la costruzione, una costruzione invece che deve essere fatta di attimi di vita quotidiani, di frasi, di sorrisi, di volti, di mani, di abbracci, di errori,  di cadute.

Solo colui che ha il coraggio di lasciarsi andare, dice SI alla vita:riesce ad abbracciare la propria esistenza capendo e anche il senso.

Non so  se Nic. mentre scriveva volesse dare questo significato, a me piace pensarla cosí, e questo mi porta ad adorare queste strofe e ad averle fatte mie.

Rieccoa-che-punto-c3a8-la-nottela qui, é arrivata la notte, lettore musicale che riparte…n.9….si ricomincia…verso la rinuncia alla perfezione.

Buonanotte!

 

 

http://youtu.be/mhH0X7RtZyM

 

 

 

 

 

Storie di ordinaria quotidianità

imageseeeeeAndando in giro con il naso all’insù, e stando attenta ai particolari, spesso mi capita di incrociare i miei occhi con occhi sconosciuti, a volte mi capita addirittura di iniziare a chiacchierare con persone mai viste, e proprio lí iniziano dei dialoghi inaspettatamente costruttivi.

ANNA, quarant’anni,  una bimba di 10, sole in una casa in affitto, 1000 euro al mese di  stipendio con contratto a tempo determinato.

GIOVANNA, 34enne, insegnante del Lazio, costretta a fare domanda per insegnare in Piemonte pur di lavorare lasciando gli affetti di sempre e casa sua.

EDOARDO, 48 anni,operaio, moglie disoccupata, 4 figli,  in cassa integrazione.

ALESSANDRO, 30enne, dopo 2 anni che non lavorava ha deciso di cambiare Paese:da qualche mese ormai è a Londra, perfettamente integrato e con un lavoro che ha trovato e scelto dopo 2 giorni che era la.

4 storie  che rispecchiano  purtroppo uno spaccato di vita che ormai tocca tutti, direttamente o indirettamente.  Quanti imprenditori decidono di morire vedendola come alternativa unica da prendere? Quanti uomini e quante donne quotidianamente pensano allo stesso terribile pensiero? Purtroppo tanti e il numero cresce ogni giorno di più.

Tra i volti che ho nel cuore c’è quello di  ALINA,una ragazza albanese,  venuta qui per scappare dalla fame ormai da qualche anno. Ora è badante e colf di una famiglia che l’ha presa come una figlia ed ora Alina é felice. Due occhi sorridenti e brillanti, due occhi pieni di vita. Le storie a lieto fine esistono ancora, bisogna solo saperle leggere bene perché ogni esperienza ha il suo “vissero felici e contenti”.

I colori,  gli odori, i sorrisi, le mani, i volti, le voci! Ogni persona é un universo. Vorrei conoscere nella mia vita più persone possibili, vorrei abbracciarle tutte e vorrei ascoltare le loro storie. Vorrei far diventare i loro racconti parte della mia esperienza e vorrei Donare loro la mia essenza.

Oggi sto qui a ringraziare Anna, Giovanna, Alina, Alessandro, Edoardo. Speranza nei loro racconti e tanto coraggio nelle loro parole.

Siamo gentili e sorridenti con ogni persona che incontriamo nel nostro cammino poiché sta combattendo una battaglia di cui non ne sappiamo nulla.

 

Ascoltiamo gli altri,  c’è sempre da imparare!

 

 

 

Una finestra sul mondo.

L’eterna lotta :i giovani di oggi, i giovani di ieri.

Gli adolescenti di oggi, pieni di ribellione,  di forza, con un impeto di idee e di creatività, sono una  fonte sempre nuova di spensieratezza, di colori, di Vita.

I giovani 14enni di oggi: con l’ultimo SmartPhone  in mano, con gli occhiali ultima moda, con i pantaloni di quel cangiovani e vecchitante o i capelli come quella della TV.  

Si, i giovani adolescenti di oggi con la voglia di esserci, esserci comunque e dovunque.

I miei 14 anni: li ricordo con un sorriso!  Uniforme da Scouts,  fazzolettone in vista e maglione con i “gradi”, portato orgogliosamente nei migliori sabato sera. Sul comodino la Costituzione e tanta voglia di cambiare il mondo e soprattutto la ricerca del modo migliore per diventare quella che oggi sono. Si, sono esattamente quella che volevo essere 15 anni fa, e anche oggi lavoro su me stessa per diventare sempre l’IIaria che vorrei.

Gli adolescenti di oggi invece?, cosa vogliono?, cosa sperano?, quali i loro sogni?, davvero così diversi da noi? così lontani da ciò che eravamo?

L’eterna lotta tra oggi e ieri, tra passato e presente, tra bene e male, tra noi e loro. 

L’Eterna voglia di Essere migliori degli altri forse, l’eterna ribellione del nuovo nei confronti del vecchio.

Cosa eravamo, cosa volevamo?

Tutto ciò che siamo oggi è il frutto di ciò che eravamo ieri e i giovani che eravamo ci hanno portato ad essere uomini e donne di oggi.

Non dimentichiamo i nostri sogni, le nostre battaglie: parliamo con i nostri giovani, confrontiamo con le loro idee e i loro progetti domani saranno loro a rapportarsi con i neonati di oggi è così via…anno dopo anno, generazione dopo generazione.  L’eterno evolversi della vita tra il presente, tra l’oggi e un ieri che mano a mano si dimentica.

Raccontiamo la storia, l’unica cosa che ci ricorda chi eravamo. Raccontiamo i canti che sono stati, le idee divenute progetti e poi fatti.

Non sentiamoci migliori di loro, non sentiamoci la generazione migliore, perché un domani che è già oggi saranno loro a sentirsi migliori degli altri..e tutto si ripete..come un copione già scritto.

Viviamoci,  gli uni e gli altri. Impariamo da loro e loro ci rispetteranno!

Senza paura di loro, sono la nostra finestra sul mondo…

 

 

Immagini : dell’esistenza, l’essenza!

IMG_ART_AlboPressORE 7:00: Sveglia

ORE 7:15:Sveglia

ORE 7:30: Sveglia

“Ok, altri 5 minuti”; “Ilaria, devi alzarti”; “Sonnissimoo”, “Oggi non je la posso fa”; “Ok, Ilaria…sei in piedi … attivati”.

20 minuti e mi ritrovo sul grande raccordo romano per ben 45 km che possono durare dalla mezzora all’eternità!

Ho imparato a vedere di tutto in macchina: donne che si truccano, uomini che mangiano, persone al telefono, che cantano, che urlano, che si lavano i denti.

Ok, arrivo a lavoro e sono già pronta per andarmene vista la stanchezza, ma inizio la mia attività.

Telefonate, mail, riunioni, posta, fotocopie, studio documenti, di corsa in biblioteca,al primo piano, al terzo,al quinto, al piano terra e intanto la mattinata corre.

Ritorno in ufficio, telefonate, burocrazia, archivio, rassegna stampa.

Improvvisamente mi fermo, guardo fuori la finestra e vedo due pappagalli verdi, bellissimi e rari! Due pappagallini che volano e si cercano in un cielo blu color infinito e con nuvole che sembrano zucchero filato. Il pensiero va a chi mi ama e mi aspetta e il mio volto cambia e il mio cuore si riempie di gioia improvvisa.

Squilla il telefono e ancora con quell’immagine nella mente rispondo e continuo a fare il mio lavoro e mi immergo totalmente nelle scartoffie.

Continua la mia giornata tra mensa, altre riunioni, altri doveri, altre telefonate fino alla sera quando dopo tante ore di lavoro mi rimetto in macchina, pronta ad affrontare quei 45 km che mi dividono da casa.

Nel percorso per arrivare alla macchina, ecco di nuovo i pappagallini, si, proprio quelli di stamattina che alla luce del tramonto sono ancora più verdi e vedo sul loro profilo delle striature gialle e rosse splendide.  Se stamattina parlavano tra loro volando, ora sono vicini su un ramo di Pinus Pinea coccolandosi e li invidio per la tranquillità che hanno e che mostrano.

Oggi il  mio viaggio di ritorno è riflessivo. Quanto tempo della giornata togliamo agli affetti e all’essenzialità della quotidianità? Quanto tempo perdiamo su cose superficiali e quanto poco tempo investiamo su ciò che ci fa bene? Quante ore nell’arco delle 24 che ci offre la giornata ci soffermiamo su immagini che ci portano della gioia al cuore? Forse troppe poche!

E nel frattempo arrivo a casa, con i 2 pappagallini nella testa e mi siedo, prendo il telefono ma stavolta faccio l’unica telefonata che avrei voluto fare durante tutta la giornata e mi ricollego al mio cuore, alla mia essenzialità, al profumo che mi fa sognare, al sorriso che mi fa riprendere, all’immagine dietro cui tutto ha un senso.

Vado a letto con la determinazione e il bisogno di trovare il tempo per le cose vere senza le quali niente di tutto ciò che faccio vale la pena di farlo.

ORE 7:00: Sveglia

ORE 7:15:Sveglia

ORE 7:30: Sveglia

“Ok, altri 5 minuti”; “Ilaria, devi alzarti”; “Sonnissimoo”, “Oggi non je la posso fa”; “Ok, Ilaria…sei in piedi … attivati”…

Un altro giorno è iniziato: penso ai 2 pappagallini…e sorrido

Elmetto e si ricomincia!!!!

Life is beautiful that way!

guernicaSiamo da sempre descritti come il Paese del Sole; siamo il Paese della buona musica; del buon cibo e del buon vino; siamo il Paese della Bella Vita e del mandolino e della pizza e delle maschere…

Da sempre descritti così!

Una panoramica di oggi.  Non ci vuole un grande teleobiettivo per inquadrare l’Italia del 2014: un Paese ridotto al ridicolo; abituato alla mediocrità, che si accontenta delle briciole senza puntare alla Luna.

Un Paese in cui ci hanno tolto tutto: dai sogni alla speranza, dalla forza alla determinazione, dalla voglia di fare all’attuazione dei progetti.

Di seguito alcuni dati presi online con una ricerca su Google (invito chiunque a farlo):

http://www.ilmessaggero.it/viterbo/imprenditore_nautico_in_difficolta_si_impicca_nella_sua_azienda_a_tarquinia/notizie/556968.shtml

http://www.ilmessaggero.it/viterbo/viterbo_uomo_di_tarquinia_si_impicca_in_garage_suicidio_inspiegabile/notizie/483468.shtml

http://www.fanpage.it/napoli-panettiere-si-suicida-aveva-ricevuto-una-molta-da-2mila-euro/

Un suicidio ogni 2 giorni e mezzo.  149 le persone che negli ultimi 4 mesi del 2013 si sono tolte la vita per “motivi economici”, secondo studi statistici. 149 persone più 89 persone del 2012 e più i recenti del 2014.

Un male di vivere, una crisi economica che porta ad una crisi sociale e una DEPRESSIONE di fondo che non se ne va via.

Il Presidente dell’ordine dei psicologi della Campania denuncia la nascita di un nuovo fenomeno chiamato depressione sociale o meglio “Sindrome da assenza di futuro“.  Una vertiginosa vertigine.  Parola dopo parola. Sindrome da assenza di futuro.  Ci si sente sempre più inadeguati. Ci si sente inadatti. Non si trova un posto per sé. Ci si sente fuori luogo e impossibilitati nell’aver una prospettiva. Questo scatena un malessere che in alcuni casi, ahimè sempre più numerosi, porta al suicidio. Non è giusto ed è impensabile che il Paese in cui viviamo, in cui paghiamo le tasse, in cui investiamo il nostro futuro e il Paese nel quale vorremmo far nascere e crescere i nostri figli, non abbia un posto per tutti!

Che razza di Paese è mai questo se ti toglie la SPERANZA? Che ti fa decidere volontariamente di toglierti la vita per un peso che diviene poi insopportabile?

Ma sarà il mio carattere, saranno le esperienze che ho vissuto, ma vorrei affrontare il problema con la positività e l’ottimismo che mi contraddistingue. Solo con una propensione positiva si riesce a superare il malessere.

Dobbiamo dar sfogo alla nostra creatività, alle nostre idee e dobbiamo aggrapparci alla vita e trovare lì la forza nell’andar avanti, passo dopo passo, sentiero dopo sentiero!

Ritroviamo i valori e ripartiamo da lì: ripartiamo dalla terra! Non bisogna necessariamente creare reddito con la liquidità. Inventiamoci istrioni, voliamo all’essenzialità. Ma non perdiamo mai la voglia di vivere, deve scorrerci nel sangue e farci pensare che è solo una fase e che in quanto tale passerà e ne arriverà un’altra in cui saremo finalmente protagonisti e in cui saremo liberi di vivere dignitosamente.

C’è un posticino nel mondo per ognuno di noi, bisogna solo avere pazienza e lungimiranza e non bisogna MAI, mai!!!, perdere la speranza.

Smile, without a reason why

Love, as if you were a child

Smile, no matter what they tell you

Don’t listen to a word they say

‘Cause life is beautiful that way

There’s still another game to play

And life is beautiful that way

( Beautiful that way-Noa)

 

L’articolo 0 : Si parte da qui!

1010978_10203421591809149_735755438_n“L’onnipresente bruttezza del mondo moderno, misericordiosamente velata dall’assuefazione, riappare brutalmente alla nostra prima anche minima angoscia”: così Milan Kundera (L’arte del Romanzo,1986) descrive la società moderna. ASSUEFAZIONE, ANGOSCIA: queste le parole che saltano agli occhi.

La società che vorrei non è una società basata sul Dio denaro: la società che vorrei non è assuefatta alla mediocrità; la società che vorrei non è una società  che dimentica la propria storia per pigrizia.

Fuoco, Acqua, Terra, Aria: nel IV Sec. Anassimene di Mileto enunciava la teoria dei 4 elementi. Se dovessimo farla oggi, gli elementi tradizionali vorrebbero sostituiti dal Denaro, Notorietà, Potere, Povertà. Già: così come il Fuoco genera l’Aria e dall’aria si genera l’acqua e ancora dall’acqua la Terra, così dal Denaro nasce la notorietà, dalla notorietà il potere, dal potere la povertà.

Questa la Società di oggi.

Una società in cui chi ha buoni principi viene considerato pazzo; una società in cui ti portano a pensare che l’onestà NON paga. Una società che ti spinge ad accontentarti delle briciole. Dovrebbero essere gli esempi ad avere la meglio ed invece in una società in ci le parole fanno da padrone.

All’articolo zero seguiranno altri saggi che racconteranno come la società influenza la quotidianità.

In maniera umile ma curiosa, auspico di non annoiare e di spronare a diffidare dai luoghi comuni e dalla pubblica opinione. Crearsi dei flussi personali e non fermarsi ai vari “mi hanno detto che…”.

Di pecore ne è pieno il mondo: distinguiamoci in informazione e consapevolezza!

 

A.A.A. Bellezza cercasi

venere botticelliQuest’anno pare che la parola più in voga sia BELLEZZA: l’abbiamo ritrovata come tema principale della kermesse sanremese; ha appena vinto un Oscar con il film “La Grande Bellezza” di Sorrentino, spopola nelle pubblicità odierne!

Che cos’è però la BELLEZZA? Difficile definirne l’essenza, difficile trovare la giusta definizione. Eppure ci caratterizza, ci accompagna, ci coccola, ci imprigiona. La BELLEZZA è tante cose e tante cose assieme; è il tutto e il contrario di tutto.

Può essere una prigione, può rappresentare il vuoto, il superfluo, un’identità senza significato. Basti pensare alla Società in cui viviamo: superficiale, sfavillante, vitrea.

Può rappresentare l’Amore, può rappresentare un arcobaleno, una via di uscita, un focolare, calore, valore. Basti pensare all’amore incondizionato di una mamma, all’amore di un fido per il proprio padrone, ad un bimbo che rivede nel viso e nella voce della proprio della propria madre l’unico universo cui voler vivere.

E’ dicotomico il rapporto che la Società oggi vive con la BELLEZZA perché il più delle volte vince lo squallore, l’incondizionata mediocrità di fondo a cui siamo abituati a rivolgerci.

Ricordando Platone (il “bello” corrisponde al “regno delle idee”, la famosa res cogitans) mi piacerebbe fermarmi un attimo, respirare chiudere gli occhi e spiegare cosa è per me la BELLEZZA.

Per me è arte, è cultura, è rivoluzionario pensiero, è VITA, è amore, è storia, è speranza, è sole, è un respiro, è pioggia, è mare, è  cielo, è la montagna, è la neve, è  il volto di una mamma e di un padre, è il sorriso complice di un fratello o di una sorella, è l’abbraccio della persona che ami, è il bacio dei nonni. La BELLEZZA per me sono i sorrisi quotidiani senza i quali non potrei vivere, sono i sogni, sono i risultati ottenuti, le fatiche durante il cammino, sono le lotte quotidiane, sono le idee, sono gli obiettivi, sono le persone oneste, sono le persone trasparenti, sono i battiti dell’orologio che ti ricordano che la vita è una e che non si torna indietro!

La BELLEZZA è quotidiana, la BELLEZZA è il momento in cui si è arrabbiati e quello dopo in cui si è al settimo cielo. La BELLEZZA è stare ore nel traffico e sorridere pensando ad una conversazione avuta; la BELLEZZA è anche arrabbiarsi per principi, per difendere un pensiero, per descrivere un progetto a cui si crede più della propria vita.

La bellezza non è solo magrezza, prototipi assurdi che la moda detta, ragazze con gambe quanto un braccio di un bimbo e che dettano le taglie mondiali. Essere belli non è avere una 42 oppure un carapace muscolosissimo; non è essere perfette oppure avere muscoli da Centocelle Man! Purtroppo la televisione degli ultimi 20 anni ci ha inculcato che per valere devi essere magro, stupido, superficiale e senza cultura. Ma ragazzi, non è così! La nostra forza, quella vera, è avere un cervello che corre più delle nostre gambe; è avere idee che sfociano in progetti; è credere in qualcosa e saperlo portare avanti superando i momenti di difficoltà con la consapevolezza che quei momenti passano e se si è nel giusto, la verità e il lavoro ripagheranno sempre.

Ribelliamoci ai prototipi, “scommercializziamoci” e buttiamo giù gli status symbol moderni che i più sono deleteri. Anzichè continuare ad far aumentare il Pil pensiamo ad aumentare il BIL (benessere interno lordo):puntiamo ad una decrescita felice più che crescita obbligata, torniamo all’essenzialità delle nostre vite, coltiviamo ciò che ci fa stare bene. Fermiamoci e respiriamo e decidiamo cosa fare della nostra vita.

Rincorriamo pure la bellezza, ma solo e solo se ci porterà solo cose belle, solo tante cose belle!

Viviamocela  ‘sta vita, senza finger di essere altre persone lontano dal nostro vero io e amiamoci e piacciamoci, per quello che siamo, per quello che pensiamo, per quello che portiamo avanti!

Solo così vinciamo!