Durante la nostra Passeggiata al centro storico di Frosinone interattiva dello scorso sabato 22 Luglio 2023
siamo stati in Piazza della Libertà, dove di fronte al Palazzo della Prefettura insiste la Chiesa di San Benedetto.
La chiesa attuale è frutto di una ricostruzione del 1750, operata sull’antica chiesa medievale. E’ a navata unica, con cappelle intercomunicanti.
Chiesa di San Benedetto
Chiamata la “Pinacoteca di Frosinone”, custodisce anche il Quadro Miracoloso della Madonna del Buon Consiglio .
Le ragioni per cui a Maria si addice il titolo di “Madre del Buon Consiglio” sono esposte nel decreto Ex quo Beatissima Vergine del 22 aprile 1903 a firma del cardinale Serafino Cretoni, prefetto della congregazione dei Riti, mediante il quale papa Leone XIII fece aggiungere l’invocazione “Mater Boni Consilii, ora pro nobis alle litanie lauretane. Dall’istante in cui la Beata Vergine Maria […] accettò […] l’eterno disegno di Dio e il mistero del Verbo Incarnato […] meritò di essere chiamata anche Madre del Buon Consiglio. Inoltre, ammaestrata dalla viva voce della Sapienza divina, quelle parole di Vita ricevute dal Figlio e conservate nel cuore, le riversava generosamente sul prossimo.” Maria è colei che mostra il cammino e illumina le menti di pie donne, discepoli e apostoli di Gesù. Nel decreto si fa pure riferimento all’episodio delle nozze di Cana, durante le quali Maria pronuncia le ultime parole attribuitele dai Vangeli: “Fate quello che vi dirà”, il più eccellente e vantaggiosi dei consigli. ]Dalla croce, infine, Gesù si rivolge al discepolo]dicendo “Ecco, tua Madre”,[ invitando tutti i cristiani a seguire come figli la strada indicata da Maria, egregia consigliera.
La tradizione attribuisce l’introduzione del titolo mariano di Mater Boni Consilii a papa Marco, al quale sarebbe da ascrivere l’evangelizzazione del territorio di Genazzano; l’erezione a Genazzano di una chiesa dedicata a Maria Mater Boni Consilii risalirebbe invece al pontificato di papa Sisto III e sarebbe da ricollegare al fatto che da quelle terre provenivano i beni utilizzati per finanziare la costruzione della basilica liberiana (Santa Maria Maggiore) a Roma.[
La chiesa e la parrocchia della Madre del Buon Consiglio, per interessamento del principe Piero Giordano Colonna, con atto del 27 dicembre 1356 furono affidati ai frati eremitani di sant’Agostino.
Il 25 aprile 1467, festa di san Marco, su una parete della chiesa fu scoperto un dipinto, raffigurante la Vergine con il Bambino Gesù, che probabilmente era stato ricoperto in calce: l’immagine divenne presto oggetto di grande devozione popolare e si diffusero leggende secondo cui il dipinto sarebbe stato trasportato dagli angeli da Scutari per sottrarlo ai turchi che stavano invadendo l’Albania, o che si mantenesse straordinariamente sospeso su un sottilissimo strato di intonaco.
Dal titolo della chiesa, l’immagine prese il nome di Madre del Buon Consiglio.
A opera dei frati agostiniani, soprattutto a partire dal XVIII secolo, l’immagine e il culto della Madre del Buon Consiglio si diffusero in tutta Europa:per esempio, fu davanti a un’immagine della Madre del Buon Consiglio conservata nella chiesa del collegio Imperiale dei gesuiti di Madrid che, il 15 agosto 1583, Luigi Gonzaga maturò la decisione di entrare nella Compagnia di Gesù.
Nel corso dei secoli pontefici favorirono e promossero la devozione a Nostra Signora del Buon Consiglio: papa Clemente XII (appartenente a una famiglia di origine albanese) concesse l’indulgenza plenaria a quanti avessero visitato il santuario di Genazzano nel giorno della festa della titolare (25 aprile, anniversario dell’apparizione dell’immagine sul muro della chiesa di Genazzano) o nell’ottava successiva; papa Pio VI nel 1777 concesse un ufficio proprio con Messa per il giorno della festa della Madre del Buon Consiglio; papa Benedetto XIV, con breve Iniunctae Nobis del 2 luglio 1753 approvò la pia unione della Madre del Buon Consiglio di Genazzano, alla quale si aggregarono numerose altre confraternite.[13]
Il culto della Madre del Buon Consiglio ebbe un grande impulso sotto il pontificato di Leone XIII (che proveniva da Carpineto Romano, non distante da Genazzano, e aveva un frate agostiniano come confessore) nel 1884 approvò un nuovo ufficio per la festa e nel 1893 approvò lo scapolare bianco della Mater Boni Consilii, arricchito di indulgenze; il 17 marzo 1903 elevò il santuario di Genazzano alla dignità di basilica minore;[ per volere del pontefice, con decreto del 22 aprile 1903, alle litanie lauretane fu aggiunta l’invocazione “Mater Boni Consilii, ora pro nobis“.
Il dipinto su tela raffigurante la Madonna del Buon Consiglio, probabilmente del XVI secolo di mano locale, fu portato nella vicina chiesa tardo barocca di S. Benedetto, localizzata sull’antica piazza delle adunanze pubbliche, di fronte alla antica Rocca ( oggi sede della Prefettura).
Quadro Miracoloso della Madonna del Buon Consiglio in San Benedetto
Didascalia Quadro miracoloso
A Palazzo Gugliemi, in via Garibaldi , n. 129 ( antica Strada della Valle già n.97 del Rione Civita) , c’è l’affresco della Madonna del Buon Consiglio , alloggiato in una nicchia rettangolare lunettata ed incassata nell’intonaco della facciata. Tale affresco vede i Santi Protettori in venerazione della Vergine con il bambino, il tutto circondato da testine di angeli.
Qualche anno fa il Comune di Frosinone ha apposto una targhetta commemorativa “QUI AVVENNE IL MIRACOLO DELLA MADONNA DEL BUON CONSIGLIO il 10 LUGLIO 1796”
Affresco della Madonna del Buon Consiglio a Palazzo Guglielmi in via Garibaldi
L’Episodio è riportato da Padre Ignazio Barbagallo ( in allegato).
Invero solo due anni dopo, nell’estate 1798, avviene la ribellione contro i Francesi che appoggiavano la Repubblica Romana ed avevano imposto ingenti tasse ( episodio delle Pagliare Bruciate) – e l’anno dopo il cd. episodio di Championnet, il famoso generale francese che viene burlato dai frusinati ( cfr. Carnevale storico di Frosinone,
con tale termine si intendono le celebrazioni tradizionali e istituzionali del carnevale nella città laziale. Ha il suo culmine nella Festa della Ràdeca che si svolge ogni Martedì grasso. La festa è l’evento più atteso dell’anno dai frusinati e quello che meglio racconta e conserva il folclore degli abitanti. Alla festa della Radeca si è poi sovrapposta, in epoca moderna, tutta la parte più canonica del carnevale, caratterizzato dalla sfilata dei carri allegorici nonché dalla presenza di costumi e maschere.
L’origine di tale festa si perde in un’epoca remota, precristiana (Frosinone è una città d’origini antichissime) ed è collegata agli antichi riti di fertilità e fecondità dell’epoca pagana, dai quali sono poi derivati i Lupercali romani, dedicati a Luperco, divinità pastorale invocata a protezione della fertilità, che si celebravano a febbraio, il mese della purificazione. Nella Festa della Radeca, inglobata in quello che nel corso dei secoli sarebbe diventato il Carnevale, riecheggia quindi un rituale purificatorio, un percorso di morte e rinascita, fine ed inizio di un ciclo che culmina nel bruciamento del “Re Carnevale” rappresentato da un fantoccio, che nel caso specifico di Frosinone, a partire dal 1800, è personificato dal generale francese Jean Antoine Étienne Vachier detto Championnet. Nell’usanza di dare alle fiamme il fantoccio si rintraccia anche l’antichissimo rito del Capro espiatorio.
La Radeca
Pianta d’ agave, ossia la ‘Radeca’
La lunga foglia della “Radeca”, altro non è che una foglia d’agave, detta appunto “radeca” nel dialetto frusinate, antico ed evidente simbolo fallico e di fertilità. L’agave è una pianta d’origine americana, introdotta in Europa, e specificamente in Spagna, nella prima metà del XVI secolo. È ipotizzabile supporre che questa pianta si diffuse nel territorio di Frosinone, durante la seconda metà del XVI quando, a seguito della pace di Cateau-Cambrésis, fu sancito il dominio spagnolo sul territorio. La scelta della “radeca” sta probabilmente nella sua forma allungata e stretta nonochè nelle sue caratteristiche botaniche di rigogliosità e prosperità, qualità che ben si sposano con la simbologia del rito propiziatorio e di fertilità.[1]
All’antico rito, a partire dalla fine del XVIII secolo, si è sovrapposto un evento storico che ha dato un significato nuovo alla festa. Tra il 1798 e il 1799, i frusinati insorsero contro le truppe d’occupazione francesi presenti in città. Il 26 luglio 1798 la popolazione di Frosinone in rivolta, scacciò la guarnigione transalpina, non potendo più tollerare le ingenti tasse imposte dopo il costituirsi della Repubblica romana spalleggiata dai francesi. La reazione dei trasalpini fu durissima. Un’intera armata capeggiata dal generale Girarban saccheggiò Frosinone senza alcuna pietà, portando al massacro di molti innocenti ed al danneggiamento di edifici e chiese.[2]
Il generale Championnet
Leggenda vuole che un anno dopo nonostante fosse ancora vivo il trauma dell’anno precedente, i frusinati vollero festeggiare ugualmente il carnevale e quindi onorare la festa della “Radeca”, per esorcizzare paure, fame e per irridere i potenti. Quel giorno inviarono un messo ad Anagni dove stazionava il generale francese Jean Étienne Championnet, annunciandogli che Frosinone si era nuovamente ribellata. Nel frattempo nella zona che oggi si può identificare più o meno con l’incrocio tra la via Casilina e il piazzale De Mattheis, si era radunata una gran folla in attesa dell’ufficiale e ogniqualvolta da lontano si sentivano gli zoccoli d’un cavallo in arrivo, la gente urlava “ esseglie… esseglie!! Eccuglie…!”
Non appena Championnet raggiunse Frosinone, si trovò in mezzo ad un clima goliardico e sbeffeggiante. Comprese d’essere stato burlato, ma non se la prese e anzi si mischiò alla folla bevendo il tradizionale vino rosso e mangiando, racconta la storia, i “fini fini”, un piatto tipico di Frosinone (conosciute anche come fettuccine ciociare). I soldati francesi ricevettero in dono alcune botti di vino rosso e da allora Championnet divenne simbolo del carnevale. Ogni anno infatti un fantoccio vestito da generale francese sbronzo con in mano un piatto di “fini fini”viene festeggiato e portato su di un carro tra le stradine del centro storico e poi dato alle fiamme alla fine della giornata (tradizione analoga all’antico uso, più a sud, di bruciare il fantoccio di Pietro Bailardo).
Murales episodio Pagliare bruciate
Fantoccio raffigurante Championnet
In cattedrale si onorano dal Seicento i Santi Patroni ( S. Ormisda e S.Silverio), Ed a tale epoca risale la donazione di un tondo, attribuibile alla scuola alla scuola di Guido Reni ( Madonna con il Bambino, S. Elisabetta e San Giovannino).
La Cattedrale con annesso campanile è di origine medievale ed è situata sul punto più alto dell’altura occupata dal nucleo storico della Città. Tale sito doveva corrispondere, in effetti, in epoca romana all’Acropoli ed in epoca medievale al centro politico e religioso cittadino.
Da sempre riferimento del culto cittadino, dal XIII secolo è dotata di Statuto e di un Capitolo di Canonici. In seguito alla visita vescovile del 1717, furono decisi degli interventi di ampliamento, che si conclusero nel 1743, e successivamente, nel 1755, la nostra chiesa fu proclamata “collegiata” ( con presenza di capitolo di canonici)
Rimasta indenne fino ai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale, fu restaurata e riaperta al culto nel 1950.
Nel 1963 è stata inaugurata una nuova decorazione interna, articolata da un ciclo di dieci dipinti eseguiti dagli artisti Ceracchini, Colacicchi, Fantuzzi, Montanarini e Purificato, che esaltano il culto mariano, così come all’Assunta è dedicato il mosaico absidale realizzato da Mariani nel 1967.
Nel 1965 la chiesa viene elevata al titolo di Cattedrale., ovvero sede del trono del Vescovo.
Presenta impianto basilicale a tre navate divise da pilastri. La facciata, con due ordini di lesene, ha una finestra centrale.
Cattedrale
Il Campanile poggia su un basamento a pianta quadrata e per tutta l’altezza si succedono tre ordini di bifore . L’orologio è sormontato da una cupola con cortina regolare.
Campanile
Alla fine della navata centrale, verso l’altare, le statue dei Santi Patroni; furono entrambi papi e Ormisda era il papà di Silverio.
Ormisda viene eletto papa il 20 Luglio 514. Riconciliò la chiesa greca con quella romana, organizzò la vita cristiana in Africa e in Spagna. Sotto di lui fu istituito l’ordine dei Benedettini.
Silverio, figlio di Ormisda, fu eletto papa l’8 Giugno 536, nella certezza che avrebbe riconciliato i Romani con i Goti. Fu vittima di una congiura e per cui fu mandato in esilio. Anche se riabilitato da Giustiniano, fu relegato nell’isola di Ponza dove morì il 2 Dicembre 537.
Santi Patroni
Si diceva che le notizie sul Miracolo della Madonna del Buon Consiglio le abbiamo dal Barbagallo; egli era un Agostiniano Scalzo, ordine a Frosinone che abita nel Santuario di Madonna della Neve (Frosinone Bassa), dove è custodito l’affresco della Sudorazione ( primo evento miracoloso di Frosinone, 10 Maggio 1675 )
Affresco della Sudorazione in Madonna della Neve a Frosinone
Il Santuario di Madonna della Neve ebbe ospite, tra gli altri, papa Pio IX ( il 14 Maggio 1863- giorno dell’Ascensione); di papa Pio IX noi ne abbiamo commemorato il viaggio qui in Ciociaria nel 1863 ( lo scorso 13 Maggio presso la Provincia di Frosinone, “ Papa Pio IX: 160 dalla visita in Ciociaria”.
Ne abbiamo ricordato la figura nel giorno della nascita del Papa il cui pontificato rimane il più lungo della Chiesa Cattolica, ultimo sovrano dello Stato Pontificio, papa che proclamò, tra le altre, l’Immacolata Concezione, progressista, grande mecenate, promotore della rete ferroviaria nello Stato Pontificio, papa del Concilio Vaticano I, della questione romana, prigioniero politico a seguito della breccia di Porta Pia nel Settembre 1870, nominato beato nel Settembre 2000 da papa Giovanni Paolo II.
L’affresco della Madonna del Buon Consiglio di Palazzo Guglielmi, San Benedetto che custodisce il Quadro miracoloso di tale evento, Madonna delle Grazie , Madonna delle Neve, la Chiesa di San Magno devono rientrare in quel “Frosinone tra Archeologia e Fede”, un percorso, semplice, che abbiamo chiesto all’Amministrazione comunale di istituire; alla stessa Amministrazione è stato chiesto anche di istituire un concorso aperto alle nostro scuole sulle bellezze storiche cittadine e la ricostruzione 3d del Nostro Anfiteatro, secondo il plastico ricostruttivo visibile nel locale Museo Archeologico (http://museoarcheologico.comune.frosinone.it/).
Tra l’altro, “Ci Vediamo in Provincia” presso l’Archivio Diocesano sede Veroli ha reperito gli atti del processo canonico del miracolo della Madonna del Buon Consiglio. Li sta facendo mettere in un italiano più scorrevole, per farci una pubblicazione.
Per una breve bibliografia:
- Padre Ignazio Barbagallo “ Frosinone: lineamenti storici della città dalle origini ai nostri giorni “, in particolare pagg. 288-289 per il miracolo della Madonna del Buon Consiglio a Frosinone , Tipografia Editrice Frusinate, 1975;
- F. Stroppa “ Notizie Storiche sulla città di Frosinone”, a cura di Marcello Cervini, Maria Teresa Onorati, Gianmarco Spaziani, , in “Terra dei Volsci”, Annali del Museo Archeologico di Frosinone, Tipografia Editrice Frusinate, ISBN 9788894160758;
- Arcangelo Campagna “ La Madonna del Buon Consiglio”, editrice Verlar, ISBN 9788866716396;
- Gianmarco Spaziani, “Essegliè! – Storia, tradizioni e simboli della Festa della Radeca”, Tipografia Editrice Frusinate, Frosinone, 2012.